RER

Coreografia
Pablo Girolami

Danzatori
Guilherme Leal, Fabio Cavallo, Shani Hadashi, Yasmin Griv, Sara Ariotti, Katarzyna Zakrzewska

Musica
Donato Dozzy (Mix by Guilherme Leal & DJ Vermouth Gasosa)

Durata
25 minutes

Un’ossatura di ossidiana muove un istinto che istinto non è. La protezione dell’ambra che rende immortali. Come siamo arrivati a questo? Ad una sincronia che è cura? Siamo geometria in movimento, metamorfici corpi sotto pressione. Che forse la tenerezza farà di noi quarzo, che forse il dolore farà di noi marmo? Sotto questo manto di un bianco perlaceo, per ore lavorato da mano ferma, dormiente giace fossile la vostra evoluzione. Guardami cambiare. Guardami! Non ero fossile allora, ero un eroe: la più piccola particella dell’universo; il corallo rosso di una fragile vendetta.

-quando hai scelto di salvarmi hai cambiato il corso del creato-

Un esoscheletro di pizzo ci tiene insieme, ogni movimento di mano contiene, ogni sguardo cela. Quanta forza però in questo minuscolo spazio, quanta forza nella struttura compatta di mille occhi. Nella calca del sudore, per un attimo, ricordo la mia natura; sono uccello e lupo; sono millepiedi e smeraldo, e acqua salata, e cervo e ancora ricordo e sogno; e le mie dita volgeranno in rami e poi foglia, e vigna, e uva e vino, bevuto da un giovane ridente.
Non spera nella via più breve, si espande a conoscere ogni angolo dello spazio e solo quando tutto è stato compreso, assimilato, sceglie una via. Devi starci nel labirinto, non sempre è uscire il suo senso. Non farmi scegliere tra la strada ripida ed impervia e quella larga e soleggiata, lasciami brancolare tra scale infinite sapendo che fossi nata physarum polycephalum non avrei dovuto scavare tombe.

Quando un paleontologo troverà la nostra organica statua dirà: “Non hanno amatoabbastanza”.
Il dualismo cartesiano non regge il confronto con la natura.
Creare con l’individualità un reticolo cristallino o un organismo vivente. Riuscire ad immedesimarsi con la singola vertebra, con l’impulso del neurone. Cercare quanto una monade possa concedersi libero arbitrio prima di rompere l’essenza di tale organismo. Rendersi conto che spesso sono spazio, tempo e gravità a decidere. Scienza ed arte sono sorelle della stessa intenzione, cercano di riconoscere entrambe le strutture complesse che governano ciò che esiste. Quanta bellezza nelle perfette forme della natura, nei bagliori della ragnatela alle prime luci dell’alba, nella simmetria dello scheletro, nei rosoni del sistema solare. Quante conchiglie nascoste in ogni paesaggio. Quante forme geometriche del nostro pensiero radicate in simboli superano il passare degli anni. Nel caos dei suoi pensieri e delle sue emozioni l’uomo costruisce cattedrali.

Testo Karen Stenico